Nella logica dell’Halal, infatti, ogni precetto presenta una componente spirituale ed una pratica.
Spesso capita che parlando di precetti e filosofia di vita islamica, le persone siano portate a pensare che tutto ciò che riguarda il mondo musulmano sia legato a limitazioni, restrizioni, generate da un sistema di pensiero che punta alla repressione delle libertà individuali.
In realtà, lo stile di vita del musulmano è composto sì da principi e precetti, ma questi non vanno intesi come una legge dogmatica e repressiva, bensì sono tutti elementi che vengono dati al credente come strumenti per l’autodisciplina.
La componente spirituale, comune a tutti i precetti, è basata sull’amore e la devozione nei confronti di Dio, e ha come scopo l’accrescimento della modestia, dell’umiltà e dell’obbedienza – valori che sono necessari non per annichilire le capacità critiche degli individui, ma per rafforzare il loro senso del dovere, di responsabilità e la loro forza di volontà, rendendoli in grado di essere padroni del proprio corpo e della propria vita, anziché essere preda di influenze esterne o dei propri impulsi.
La componente pratica, invece, varia da precetto a precetto, e declina in modo particolare (come una sorta di “allenamento specifico”) l’esercizio dell’autocontrollo; la preghiera quotidiana, seguendo determinati passaggi e in determinate tempistiche, è tanto un rito d’adorazione quanto una forma di meditazione, e ha molti benefici psicosomatici; l’astensione dall’alcol rafforza il senso di mantenere il controllo sulla propria mente e le proprie azioni; la proibizione della carne di maiale porta con sé l’insegnamento di evitare ciò che è potenzialmente molto dannoso per la salute.
Oggigiorno, l’uomo occidentale tende a guardare verso Oriente per trovare forme con cui liberarsi dallo scacco del materialismo moderno, e paradossalmente è consapevole che tali forme abbiano come scopo proprio quello di sviluppare tecniche di autodisciplina e accrescimento della forza di volontà.
Tuttavia, non occorre necessariamente cercare pratiche esotiche di liberazione di sé dall’altra parte del mondo, quando queste sono offerte anche da una forma di spiritualità gemella e più vicina, che è riuscita a custodire questa forma di elevazione dell’individuo, non con regole che intendono alienarlo dal mondo, ma che possano consentirgli di immergersi in esso senza esserne preda.
I princìpi dell’Halal, se fatti propri con il dovuto equilibrio e la saggezza adeguata, rendono liberi. Vale la pena scoprirli meglio.
#WHA