Quando si parla di Halal, ci si riferisce a un criterio che permette alle persone di stabilire cosa sia buono e cosa no, per la loro vita e per la loro condotta nei confronti del prossimo.
Il modello di virtù a cui conduce una pratica Halal, ruota attorno al valore centrale di giustizia, che viene poi declinato in ogni campo specifico della vita.
La giustizia verso se stessi è ad esempio sapersi amare con il dovuto equilibrio, non essere troppo severi e nemmeno troppo permissivi, non giustificare i propri vizi e le proprie scorrettezze, ma nemmeno punirsi per i propri errori e i propri difetti.
Bisogna prendersi cura di sé cercando di sostenersi, spronarsi a migliorare, educarsi, impegnarsi per superare i propri limiti e colmare le proprie mancanze, con pazienza e costanza.
Verso il prossimo, la giustizia consiste nel desiderare per l’altro ciò che si desidera per sé, dunque misericordia, comprensione, compassione, sostegno, lealtà, onestà; una condotta veramente Halal si nota chiaramente dal tipo di cura che si mette nel rapporto col prossimo, e nel modo in cui ci si mette al suo servizio.
Chiaramente, chi abbraccia il criterio Halal deve essere equilibrato anche nel valutare i risultati che può raggiungere attraverso di esso; siamo umani, tutti peccatori e inclini all’errore, non si può vivere esigendo la perfezione da se stessi o dagli altri, e questo è importante ricordarselo proprio per capire quale sia il modo più giusto di agire nella propria quotidianità, imparando dai propri errori e rialzandoci quando cadiamo.
Halal non riguarda delle banali regole su quello che si può o non si può fare, va invece ad intervenire su un piano ben più largo della nostra vita, quello della responsabilità, che interessa tutti quanti gli aspetti e i comportamenti della nostra esistenza in questo mondo.
Introdurre l’Halal nella propria vita significa accettare umilmente le proprie imperfezioni, e fare tutto il possibile per ridurle e lasciare il mondo meglio di come lo abbiamo trovato.
#WHA